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La terapia enzimatica

La terapia enzimatica

La terapia con gli enzimi è una terapia efficace per curare l’infiammazione di basso grado o inflammaging. Si tratta dell’infiammazione cronica silente, considerata da molti studiosi “la madre di tutte le patologie”.

Si tratta di una condizione che coinvolge tutto l’organismo e che favorisce  importanti patologie.

Può dare segno di sè con disturbi lievi e di varia natura: stanchezza, cefalea, disturbi del sonno e dell’umore, difficoltà nel perdere peso, ritenzione idrica o problemi intestinali, simili a quelli conseguenti a un periodo stressante.

Ne possono essere causa abitudini alimentari sbagliate e uno stile di vita non equilibrato, ma anche l’inquinamento, lo stress cronico o una vecchia infiammazione non risolta.

La terapia enzimatica non è una scoperta recente. L’utilizzo degli enzimi contenuti in frutti come l’ananas o la papaia è atavico nelle popolazioni indigene.

Max Wolf, direttore del Biological Research Institute della Columbia University e medico di artisti famosi, negli anni ‘40 mise a punto differenti preparazioni a base di enzimi destinate al trattamento delle malattie degenerative e per controllare i processi dell’invecchiamento. Curava in questo modo l’alta società americana e personaggi come Charlie Chaplin, Dwight Eisenhower, Marlene Dietrich e Greta Garbo.

Fra le sostanze attive, da ricordare la bromelina ottenuta del succo pressato dal gambo dell’ananas maturo, che svolge anche un’azione digestiva e antiedema, e la papaina ricavata dal succo lattiginoso dal frutto acerbo della papaya, dotata di una importante azione nel contrastare lo stress ossidativo.

La nattochinasi deriva dal Natto, un alimento anticamente usato in Giappone. Si tratta di un alimento millenario ottenuto dai semi di soia bolliti e fermentati dal Bacillo Subtilis Natto. La nattochinasi è in grado di sciogliere la fibrina, che favorisce l’ispessimento delle pareti arteriose con conseguenti disturbi vascolari.

La curcuma è tra gli antinfiammatori più studiati. La curcumina, il principio attivo che si ottiene per estrazione del suo fusto macinato ed essiccato, è dotata di proprietà antiossidanti, antinfettive e epatoprotettive.

Anche la mirra contrasta l’infiammazione. La sua attività è potenziata da alcuni componenti che agiscono sui recettori degli oppioidi, con una conseguente efficace azione analgesica.